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Poter interpretare un personaggio meraviglioso come è stato quello di Sallafa mi ha donato la possibilità di entrare in contatto con le sfumature emotive più profonde della mia anima.
Ringrazio con tutto il mio amore il grande regista de "Il pane nudo" Rachid Benhadj perché mi ha dato la possibilità di vivere questo immenso viaggio artistico, e ha creduto in me come attrice senza mai dubitarne un momento.
Rachid è il regista perfetto, sa cosa significhi la sensibilità di un attore e sa come usarla al meglio per ottenere delle interpretazioni profondamente sincere.
Prima di iniziare lo studio sul personaggio Rachid mi ha detto: "Questo sarà il tuo primo grande ruolo sullo schermo cinematografico e come il primo amore non lo dimenticherai mai, rimarrà sempre il più importante dentro il tuo cuore".
Poi mi ha parlato di Mohamed Choukri e mi ha donato in eredità da parte di questo, una sua confidenza, fattagli con molta resistenza, prima di morire.
Rachid incontrava spesso Mohamed Choukri andando sovente in Marocco per parlare, per discutere e per portare a termine la trasposizione sul grande schermo del romanzo autobiografico del grande autore marocchino, candidato per due volte al Premio Nobel.


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Come si evince chiaramnte dalle bellissime foto di scena fatte da Claudio Martinez www.claudiomartinez.it per interpreatre il ruolo di Sallafa ho dovuto rasare la testa a zero.
Sallafa è una donna realmente vissuta,che ha davvero subito quel violento taglio ad opera del contrabbandiere che la teneva prigioniera, quindi Rachid Benhadj il regista del film, mi aveva detto chiaramente che non potevano esserci calotte o trucchi vari, ma il taglio doveva essere vero.
E' stato meraviglioso scoprire la mia testolina tonda sotto quella massa enorme di capelli che non tagliavo da più di vent'anni.
Certo non è stata una passeggiata, infatti durante il taglio, quando la parrucchiera è passata dalle forbici alla macchinetta elettrica che mi rasava spietatamente, non ho retto e sono scoppiata a piangere. Il pianto però non era vermente rivolto al dispiacere per la perduta chioma, ma piuttosto verso una nuova rinascita, l'emozione di un'iniziazione ad una nuova vita: quella di Sallafa.
Infatti le forti emozioni che ho provato in quel momento, mi sono servite a capire ancor di più e direttamente sulla mia pelle, la violenza subita dal mio bellissimo personaggio.
Il giorno della rasatura, che è stato registratato su video per il backstage,venne a Roma anche mia madre(noi siamo umbri),questo perchè Roberto De Laurentiis volle che lei mi tagliasse la prima ciocca. La verità è che De Laurentiis aveva un'idea in mente che comprendeva anche la sua grande zia Silvana Mangano, che si fece rasare la testa a zero per interpretare il film "Dune".
In più la Mangano durante i suoi frequenti soggiorni in Svizzera con la sua famiglia, andava ad acconciare i capelli in un salone di bellezza dove lavorava, ironia della sorte, MIA MADRE, poco più che maggiorenne.
Quindi De Laurentiis ha voluto così paragonarmi, con tanta bontà di cuore, a sua zia Silvana Mangano, primo perchè anch'io rasavo la testa a zero per interpretare un grande ruolo, secondo anche per la coincidenza per cui mia madre avendo tagliato i capelli a sua zia doveva farlo simbolicamente anche a me prima, di iniziare le riprese de "Il pane nudo".

Mohamed è un bambino come tanti altri, ma la sua famiglia è estremamente povera, suo padre è un uomo violento e alcolizzato, sua madre è costretta a lavorare duro per il sostentamento di tutta la famiglia.
Gli anni '50 sono anni difficili per il Marocco, non c'è spazio per l'infanzia, non c'è spazio per i giochi, per la felicità e per la spensieratezza che ogni bambino ha il diritto di vivere.
Mohamed, come gli altri bambini del suo tempo, è dovuto crescere presto, ha lasciato la sua famiglia ed ha iniziato a vagabondare per le vie, di notte, alla ricerca di cibo, di una casa, di una forma di felicità che riuscirà in qualche modo a trovare frequentando tutti i posti più malfamati della città di Tangeri, vivendo una sessualità malata nei bordelli e partecipando agli affari loschi della malavita locale.
Nel frattempo il Marocco inizia a capire di non volere più il dominio dei coloni francesi sulla propria terra e per questo cominciano a crescere le manifestazioni per l'indipendenza marocchina, che agitano sempre più il paese creando grandi sommosse popolari.
All'età di venti anni, Mohamed viene arrestato durante una manifestazione, ma proprio in prigione entra in contatto con la vera libertà.
Infatti nel freddo di quella scura galera conoscerà un uomo intento a scrivere un poema sul muro della loro cella e Mohamed per la prima volta sente la necessità di imparare a leggere e a scrivere: quello sarà l'inizio di una nuova vita.
Questo evento genera in lui la rabbia necessaria per liberarsi dalla prigione della sua povertà e ancor di più, troverà la forza per liberarsi dalle peggiori forme di schiavitù umane che sono: l'ignoranza e l'analfabestismo.
Mohamed all'ètà di 20 anni tornerà nei banchi di scuola ad imparare a leggere e a scrivere, diventerà maestro di scuola elementare per insegnare ai bambini come sfuggire alla povertà e all'ignoranza, diventerà poi Professore all'Università e uno degli scrittori più importanti della letteratura araba e mondiale, venendo per ben due volte candidato al premio Nobel.
Il pane nudo è il suo primo romanzo, è autobiografico e scritto, come racconta l'autore stesso, nel cimitero di Tangeri avendo "come scrittoio il marmo delle lapidi e come uditorio il silenzio dei morti".


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